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Milano batte Bologna in gara 6, è campione d’Italia

L’Olimpia vince 81-64 e chiude la serie sul 4-2. E’ il 29/o titolo.

Lo Scudetto della redenzione per l’Olimpia Milano arriva 372 giorni quel terribile 0-4 di Bologna che aveva lasciato fantasmi anche nella testa di un vincente come coach Messina, al quinto tricolore con tre squadre diverse come solo Bianchini e Recalcati. E l’invasione di campo con cui il pubblico, una mastodontica marea rossa, celebra la proprietà (al quarto scudetto in 8 anni), la squadra, lo staff è la sublimazione di una paura ormai dissolta, trasformata in pura gioia. Un trionfo reso ancora più dolce perché arriva come risposta granitica all’indomani delle accuse del patron Zanetti contro gli arbitri e la presunta “sudditanza psicologica”, dichiarazioni considerate irricevibili dalla galassia Olimpia.

L’Olimpia torna sul trono tricolore. Si cuce di nuovo sulle divise biancorosse lo scudetto del campionato di basket. L’Olimpia lo conquista con una partita di grande energia contro la Virtus Bologna vincendo gara 6 per 81-64. È il punto del 4-2, quello decisivo per diventare Campioni d’Italia. È la serata di Gigi Datome che dimostra che non si diventa campioni per caso e nell’atto decisivo sfodera la partita perfetta con 23 punti frutto di un 5/10 da 3 e dell’onnipotenza di Shavon Shields che è di nuovo il leader offensivo che risolve tutti i problemi (6/10 da 2) ed è stato eletto MVP delle finali.

Se sarà stata l’ultima partita in biancorosso di Sergio Rodriguez lo si scoprirà nei prossimi giorni, ma di certo il “Chacho” ha fatto di tutto (in questa gara e in tutti i playoff) perché questa fosse una partita in cui alzare un trofeo così importante guidando la squadra in attacco come un vero direttore d’orchestra (8 assist). E tutta Milano gli ha chiesto a gran voce di rimanere. E poi c’è il magistero in difesa della coppia Hines-Melli, perfetta a blindare l’area e comandare una difesa da piovra che ancora una volta è stata decisiva (ancora 14 recuperi).

Coach Ettore Messina torna così sul trono riportando uno scudetto che a Milano mancava da 4 anni, vincendo il suo quinto scudetto in Italia (l’11esimo in totale). La partenza dell’Olimpia è travolgente, Shields indemoniato in attacco, Hines un muro in difesa e con la tripla di Rodriguez l’Armani è avanti subito 13-5 al 4′. Il vantaggio in doppia cifra lo firma Bentil (18-7), la difesa di Milano è dappertutto tanto che a fine primo periodo ha già strappato dalle mani dei bolognesi ben 6 palloni (la media stagionale è 7.5). Con una tripla di Datome l’Olimpia prova a scappare via doppiando la Segafredo 32-16 all’11’. La Virtus prova a risorgere con le triple di Belinelli e i canestri di Hackett (39-34), ma quando la difesa torna a graffiare Milano riprende quota prima sul 43-36 dell’intervallo, per poi esplodere sul 51-36 in apertura di ripresa quando il “Chacho” spara una tripla da 10 metri. Il primo canestro delle “V nere” dal campo arriva dopo sei lunghissimi minuti con Teodosic (53-41), in campo è una vera battaglia senza esclusione di colpi come normale che sia in una gara così importante.

L’Armani entra nell’ultimo quarto ancora a +15 (61-46) con una magia di Shields allo scadere dei 24 secondi. La difesa non concede più nulla, Bologna segna solo 10 punti in 13 minuti, Milano azzanna la preda definitivamente. L’urlo dello scudetto è quello di Gigi Datome che infila dall’angolo la tripla del 76-49 a 4 minuti dalla fine. “Noi non eravamo certo soli contro tutti – la punzecchiatura di Messina, in riferimento alle parole del CEO della Virtus Luca Baraldi – avevamo il nostro gruppo, il nostro pubblico. Non bisogna mai festeggiare contro qualcuno ma festeggiare solo con chi ti vuole bene”. Ma la Virtus è tradita dalle sue stelle: Belinelli e Teodosic molto opachi per tutta la serie. L’ultimo quarto è accademia.. Piange in panchina Datome, al primo scudetto da protagonista e autore di una prova sublime (23 punti); Messina accoglie Rodriguez – probabilmente alla sua ultima per Milano, lo attende il Real – e Hines, i suoi pretoriani che hanno alzato il livello del progetto tecnico; il pubblico invoca Shields, mvp delle finali, e canta e balla con Melli che dedica il titolo alla figlia. Sorride Ricci che un anno fa aveva vinto il titolo da capitano della Virtus. Pozzecco, pronto a fare il ct full time della Nazionale, resta senza voce. Risuonano le note di “o mia bela Madunina”. Poi c’è solo l’invasione, con la sicurezza che non riesce a sgombrare il campo, e la coppa alzata da Armani che fa il paio con la Coppa Italia di febbraio. E’ la festa grande di Milano, 29 volte campione d’Italia, con la terza stella nel mirino. L’Olimpia Milano è Campione d’Italia per la 29esima volta, ora il Forum può finalmente esultare e godersi la festa. 

ARMANI EXCHANGE MILANO-SEGAFREDO BOLOGNA 81-64

29-16; 43-36; 61-46

MILANO: Grant 7, Ricci, Biligha, Baldasso, Alviti, Melli 8, Rodriguez 12, Hall 2, Shields 15, Hines 8, Bentil 6, Datome 23. All. Messina

BOLOGNA: Tessitori, Mannion 10, Pajola 2, Alibegovic 11, Cordineri 2, Belinelli 3, Jaiteh 9, Shengelia 8, Hackett, 6, Sampson 6, Weems 2, Teodosic 5. All. Scariolo

Note: tiri da 2: MI 23/41, BO 10/24; tiri da 3: MI 9/26, BO 9/25; tiri liberi: MI 8/8, BO 17/20; rimbalzi: MI 33 (Hines 6), BO 32 (Jaiteh 7); assist: MI 22 (Rodriguez 8), BO 14 (Teodosic 5)