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Italia-Lituania 70-65, azzurri a un passo dal Mondiale

Due perle in una serata stregata al tiro, ma illuminata dalla resistenza, dal ritmo e dalla «presenza» di un’Italia ora più vicina al Mondiale 2019: la prima gemma è di Brian Sacchetti, a 33’’ dalla sirena; tripla – l’unico suo tiro della partita, dedicato, immaginiamo al padre c.t. – e canestro fondamentale (66-60) per respingere la Lituania. La seconda prodezza è invece di Pietro Aradori, il capitano: recupero su una rimessa dei baltici e palla prigioniera nelle nostre mani.

Insomma, colui che avrebbe dovuto colpire in attacco e che invece stavolta ha avuto le polveri bagnate, ha messo un mattone decisivo in difesa. Questo è il senso di una vittoria che aritmeticamente ancora non vale il pass per la Cina, ma che avvicina Azzurra alla meta: «Ora siamo arbitri del nostro destino: manca una vittoria e vogliamo centrarla già dopodomani in Polonia» dice Aradori. A sfidare un avversario che ha triturato gli olandesi si va nel ricordo di un match tirato, segnato dai ribaltoni (gli azzurri nel secondo quarto hanno piazzato un 10-0 per annullare un +5 lituano), dall’equilibrio (11 cambi di «padrone» nel punteggio) e dal concetto che non era mai finita. In fondo è stato così perfino dopo le prodezze di Sacchetti e Aradori: sul 68-62, l’Italia è stata riavvicinata da una tripla di Kalnietis, sterilizzata da due liberi di Abass.

Game, set and match: 70-65. L’Italia ha condotto per quasi 24 minuti, la Lituania, alla prima sconfitta in 9 incontri, solo per 10 scarsi: quello che non abbiamo avuto nella mira (36% contro 49%) l’abbiamo dunque ritrovato in una quantità che non è stata priva di qualità. Sono piaciuti l’intensità di Polonara – giocatore recuperato alla causa azzurra –, i balzi di Biligha e di Abass (importante nelle nostre fasi di allungo), il lavoro del rientrante Ale Gentile (“E’ stata una lotta di tutti”), la faccia tosta del debuttante Ricci che entra e piazza subito una bomba. Hanno giocato tutti «e questa è la vittoria di un gruppo vicino al suo obiettivo» dice Meo Sacchetti. Brian gli fa eco: «Siamo solidi, ci siamo detti di rimanere sul pezzo tutte le volte che loro scappavano». Applausi.

Anche nella conferenza stampa, il c.t. disegna i tratti di un’Italia pronta al sacrificio su tutti i fronti: «Ognuno ha portato il suo mattoncino, l’intensità ha fatto la differenza: sono orgoglioso. E sono contento dello spirito che ha animato la squadra: non so se basterà per battere la Polonia, ma vincere in questo modo dà una grande fiducia». Capitan Aradori spende, nome di tutti, una dedica per Marco Ceron, lo sfortunato collega di Brescia che domenica scorsa nella partita contro Torino, proprio su questo parquet, è stato vittima di un grave incidente (una gomitata gli ha sfondato la zona temporale del cranio e si è reso necessario un delicato intervento chirurgico):«Questo successo è per lui, nell’augurio che si riprenda al più presto». E sulla partita, ancora un’annotazione: «Quando il tiro non entra come dovrebbe, scatta una molla che ti porta a difendere in modo ancora più duro».

Lo si è visto a lungo, questa è forse la miglior fotografia di Azzurra che stamane raggiunge la Polonia. Meo Sacchetti lascia liberi Leonardo Candi, Riccardo Moraschini e Amedeo Tessitori, ma inserisce Andrea Cinciarini, che si aggrega alla Nazionale dopo aver giocato (e purtroppo perso) con Milano a Kaunas nel decimo turno dell’Eurolega.

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